Disturbo borderline di personalità ad alto funzionamento: di cosa si tratta?
- Federica Carbone
- 8 dic 2023
- Tempo di lettura: 7 min

Io c'ero quando la definizione di "alto funzionamento", nel disturbo borderline, ha iniziato a creare una frattura tra pazienti 'veri' e quelli che 'ma sei sicura che ti abbiano diagnosticata bene'? Quelle che 'certo che ce l'hai fatta, non avevi mica un disturbo grave' e quelle che 'non si può guarire dal disturbo borderline'.
La verità è che ho conosciuto molte pazienti considerate gravi al momento della diagnosi che sono fuori dal disturbo borderline da tanto quanto ne sono fuori io, e ho conosciuto tante persone considerate ad alto funzionamento che sono ancora nella spirale dei loro sintomi, senza riuscire a trovare il bandolo della matassa.
Cosa ne possiamo dedurre? Che la guarigione non è così inevitabilmente legata al funzionamento.
Ti hanno appena diagnosticato il disturbo borderline di personalità? Una persona cara ha ricevuto la diagnosi e fatica ad accettarla? Ecco il post che fa per voi: "Affrontare la diagnosi di disturbo borderline: guida (abbastanza) completa".
COSA TROVERAI IN QUESTO POST:
Che si intende con 'funzionamento'?
La gravità, chi decide cosa sia grave e perché
L'esperto per professione e l'esperto per esperienza: protagonisti a confronto
Come sarebbe nel concreto questo fantomatico disturbo borderline di personalità ad alto funzionamento?
Il funzionamento è davvero solo questo?
Avere un disturbo ad alto funzionamento equivale ad essere un 'quiet' borderline?
L'abbattimento degli stereotipi
Che si intende con 'funzionamento'?
Una persona con disturbo di personalità è considerata funzionante quando soddisfa certe richieste da parte della società, quando riesce a condurre una vita sufficientemente regolare e produttiva senza il bisogno di essere mantenuta (ovviamente questo non vale nel caso dei minori), in termini di prendersi cura di lei, sia sul piano pratico che economico. Questo può voler dire: frequentare la scuola, mantenere il posto di lavoro, mantenere una buona igiene personale e degli ambienti domestici, riuscire a seguire l'organizzazione e le esigenze di figli/famiglia, riuscire ad avere un minimo di interazioni sociali (senza però approfondire quanto soddisfacenti possano essere queste interazioni).
Il funzionamento, infatti, ha poco o nulla a che fare con la qualità della vita percepita. La persona con disturbo borderline ad alto funzionamento ha comunque il disturbo e non è più felice di quelle che hanno un basso funzionamento, si tratta semplicemente di capire quanto la persona sia vicina alla disabilità.
La disabilità è una condizione rilevabile sul piano medico-sociale che, se rilevata anche sul piano medico-legale può innescare una macchina di supporti come: prestazioni socio sanitarie, fiscali, permessi, congedi parentali ecc. Il disturbo borderline e gli altri disturbi di personalità sono condizioni potenzialmente disabilitanti e, in certi casi, può essere assegnata l'invalidità a chi ne soffre.
La gravità, chi decide cosa é grave e perché
Il manuale diagnostico dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) invita i professionisti a definire i disturbi di personalità 'leggeri, moderati o severi' subito dopo aver effettuato la diagnosi per poter impostare l'intervento adeguato alle esigenze della persona.
L'OMS, infatti, ha come fine ultimo quello di tutelare - per poterlo garantire - il diritto alla salute della popolazione mondiale e per farlo ha necessariamente bisogno di creare delle gerarchie. Immaginatelo come i codici del pronto soccorso: bianco, verde, giallo (in alcuni casi anche arancione) e rosso. Se io sono un codice bianco pago perfino il ticket, se sono un codice giallo passo davanti al verde anche se stava aspettando da sei ore ma se arriva un codice rosso, il codice giallo verrà stabilizzato ma non avrà la priorità che avrebbe avuto se il rosse non ci fosse stato. Si capisce? Tutti hanno diritto alle cure ma con i tempi che le loro necessità stabiliscono.
Allo stesso modo una persona con un disturbo borderline grave ha (o sarebbe meglio dire 'avrebbe') priorità d'accesso a certe cure, per esempio mi vengono i mente i ricoveri, mentre un disturbo lieve può essere gestito in un contesto ambulatoriale.
Qual è il Grande Assente in tutto questo? Il nostro Servizio Sanitario Nazionale che non garantisce affatto la presa in carico né dei casi gravi, né di quelli moderati, né di quelli lievi!
A parte pochissime realtà, neppure lontanamente sufficienti su territorio, la stragrande maggioranza delle città italiane è totalmente scoperta di équipe e strutture accessibili che offrano trattamenti strutturati per i disturbi di personalità. Tutti i disturbi di personalità.
Voglio che passi il messaggio che assegnare un'etichetta di gravità al disturbo di cui una persona soffre non dovrebbe mai voler dire che la persona può essere lasciata indietro o invalidata nella sua sofferenza. Il motivo per cui queste etichette sono utili è tutt'altro.
L'Esperto per Professione e l'Esperto per Esperienza: protagonisti a confronto
Quando una condizione è grave oppure no? Ci sono sempre due teste a deciderlo, una è quella del professionista della salute mentale (esperto per professione), l'altra quella del paziente che quella condizione la vive quotidianamente sulla sua pelle (esperto per esperienza).
Entrambi i punti di vista sono fondamentali!
Il professionista è, infatti, in grado di contestualizzare il disturbo e le sue manifestazioni sintomatologiche all'interno di un quadro che comprende la complessità dei pazienti. In altre parole, è in grado di accedere alla conoscenza della comunità scientifica e della sua esperienza per comprendere quanto e come quel disturbo, in quella specifica persona, sta invalidando e funzionando. Questo gli permette di immaginare come dovrebbe andare il percorso di cura per restituire la salute e il benessere al paziente.
N.B. Il professionista dovrebbe saperlo fare e nel caso in cui non fosse in grado, magari per mancanza di formazione specifica o di esperienza, può sempre consultarsi con i colleghi o inviare altrove il paziente!
Il paziente, dal canto suo, conosce perfettamente i suoi sintomi. Senza il suo contributo l'anamnesi del professionista, ovvero la raccolta di informazioni, non va a buon fine; sarà sempre e comunque parziale, lasciando più ampio margine di errore.
Un terzo elemento che dobbiamo conoscere, in tutto questo, è l'istituzione. Ogni Regione gestisce in maniera indipendente la sanità e ha procedure diverse per mettere in moto la macchina degli aiuti. I professionisti, soprattutto quelli che lavorano nel pubblico, devono conoscere e tenere a mente la burocrazia interna, che potrebbe o non potrebbe giocare a favore delle esigenze del paziente e della sua famiglia. Quest'ultima parte, per come la vedo io, è la più frustrante per un medico o un terapeuta.
Come sarebbe nel concreto questo fantomatico disturbo borderline di personalità ad alto funzionamento?
Come vi spiegavo poco sopra, la caratteristica principale che si cerca nelle persone con disturbo borderline, per definirle ad alto funzionamento, è l'avere una sintomatologia che disturba relativamente lo svolgimento della loro quotidianità.
Si sprecano i messaggi che ricevo in cui mi viene detto 'lo psichiatra dice che non ho il disturbo borderline perché vado bene a scuola, se lo avessi non riuscirei a studiare' oppure 'dicono che non è possibile che abbia il disturbo borderline se ho un fidanzato da tanti anni', o ancora 'non riuscivo a farmi diagnosticare il disturbo perché non ero aggressiva e non ricorrevo all'abuso di sostanze e all'autolesionismo'.
Insomma, l'errata interpretazione del concetto di "alto funzionamento" ha l'aggravante di ritardare ulteriormente la diagnosi e quindi l'accesso - già molto difficile - alle cure.
Soffermiamoci un momento sulla questione dell'aggressività
Quello di provare "rabbia inappropriata, intensa, o difficoltà a controllare la rabbia (per es., frequenti accessi di ira, rabbia costante, ricorrenti scontri fisici)" (cit. dal DSM) è solo uno dei 9 criteri diagnostici del DSM e ne sono sufficienti 5 a poter diagnosticare il disturbo.
Quello di avere "ricorrenti comportamenti, gesti o minacce suicidarie, o comportamento auto-mutilante" (cit. dal DSM) è solo uno dei 9 criteri diagnostici del DSM e ne sono sufficienti 5 a poter diagnosticare il disturbo.
Dire che una persona mite non può soffrire di disturbo borderline di personalità è una distorsione del DSM al quale invece fin troppi professionisti si appellano senza però utilizzarlo fin in fondo, in tutte le sue parti.
Il funzionamento è davvero solo questo?
Il modo in cui il concetto di funzionamento viene costantemente interpretato e anche divulgato, non potrebbe essere più lontano dalla sua complessità.
Tanto per cominciare la Scala del livello di funzionamento della personalità ci restituisce la definizione di come dovrebbe essere una personalità in salute! Ditemi la verità, avete ma trovato un solo articolo o contenuto su questo? E soprattutto che non sia stato scritto per stigmatizzare chi non ha la fortuna di avere quella salute? Mandatemelo perché sarei davvero curiosa di leggerlo.
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Le aree di funzionamento in cui una personalità andrebbe valutata sono quattro:
Sé/Identità;
Autodirezionalità;
Interpersonale/Empatia
Intimità
Una personalità con nessuna o poca compromissione ha le seguenti caratteristiche:
Sé/Identità | Auto-direzionalità | Interpersonale Empatia | Intimità |
Ha una costante e unitaria consapevolezza di sé. Mantiene confini appropriati al ruolo. | Pianifica e persegue obiettivi basati su una realistica valutazione delle proprie capacità. | Nella maggior parte delle situazioni è in grado di comprendere con precisione le esperienze e le motivazioni degli altri. | Intrattiene numerose relazioni soddisfacenti e durature nella vita privata e sociale. |
Ha un'autostima positiva, coerente e autoregolata, unita a una corretta valutazione di sé. | Utilizza adeguati standard comportamentali, realizzandosi in diversi ambiti. | Comprende e considera il punto di vista degli altri, anche se non lo condivide. | Desidera e si impegna in diverse relazioni affettuose, premurose e reciproche. |
È capace di percepire, tollerare e regolare una gamma completa di emozioni. | Può riflettere, attribuendovi un significato costruttivo, sulle proprie esperienze interiori. | È consapevole dell'effetto delle proprie azioni sugli altri. | Si adopera per la collaborazione e il bene comune e risponde in modo flessibile alla gamma di idee, emozioni e comportamenti degli altri. |
I livelli di compromissione contemplati dal DSM sono: lieve, moderata, grave e estrema. Anche in questo caso la distinzione serve ad impostare l'intervento terapeutico, non a giudicare il livello di sofferenza percepito o a invalidare il vissuto, né tanto meno a creare un podio di chi è il Vero borderline!
Avere un disturbo ad alto funzionamento equivale ad essere un 'quiet' borderline?
Nonostante alcuni professionisti usino questo termine non è ancora scientificamente supportato e non è detto che lo sarà in futuro quindi vi invito a non dargli più peso di quanto ne abbia.
Avere un disturbo borderline di tipo quiet significherebbe, secondo il dr. Millon autore di Personality Disorders in Modern Life, avere:
tendenze dipendenti o evitanti;
comportamenti sottomessi;
sentimenti persistenti di vulnerabilità e impotenza
sentimenti persistenti di risentimento
intenso bisogno di presenza da parte dell'altro
periodi di depressione
Secondo questa teoria, che non è una diagnosi ma neppure un termine tecnico, quello del 'quiet borderline' sarebbe un sottotipo della diagnosi di disturbo borderline più tradizionale. Sostanzialmente una versione meno esplosiva, perché i sintomi sono meno esternalizzati e di contro quindi più internalizzati.
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Personalmente sono una sostenitrice del diritto alla diagnosi ma non sono d'accordo con l'eccessiva intellettualizzazione perché rischia di diventare una fissazione.
Ipoteticamente rispecchiavo tutte le caratteristiche del disturbo borderline personalità nel sottotipo 'quiet' descritto da Millon, ma ci sono almeno due cose che non mi convincono di questa categorizzazione:
se incrociamo tutti i criteri diagnostici del disturbo borderline, nelle sue varianti, escono fuori 256 mix possibili: vogliamo dare un nome a tutte queste 256 possibilità? È utile? Se sì, a chi?
quando parliamo di personalità e dei suoi tratti parliamo di uno spettro. Significa che ci possiamo muovere all'interno di questo continuum, in un senso e nell'altro. Un persona con disturbo di personalità può mostrare in un certo periodo della sua vita alcune caratteristiche, in altri periodi altre. Vogliamo metterci a definire anche ognuno di questi alti e bassi? Se sì, perché?
L'abbattimento degli stereotipi
Ciò di cui abbiamo davvero bisogno è riassumibile in tre macro-passaggi:
il diritto alla diagnosi;
accesso equo alle cure, che devono essere le migliori possibili;
non farci la guerra!
Se dire 'alto funzionamento' deve significare togliere il patentino di Vero Malato a qualcuno allora stiamo proprio mancando il bersaglio. Se lo facciamo - come comunità di utenti - stiamo stereotipando e stigmatizzando il disturbo in casa nostra, stiamo sversando la nostra frustrazione su fratelli e sorelle di diagnosi.
Evitiamo di portare avanti questa narrazione dentro e fuori i social! Mi raccomando, è molto importante: tutte le energie che vanno sprecate in questa pratica dannosa potremmo utilizzarle per accendere i riflettori su necessità molto più impellenti e di tutti.
❤️
Leggere il libro di Federica è stato l'inizio della mia recovery. Ora sono pronta ad affiancare la mia psicoterapia alla ricerca di informazioni specifiche per aumentare la mia consapevolezza del mio disturbo, e questo articolo è davvero potente e utile. Grazie Federica ❤️
Articolo ricco di informazioni utili,come sempre
Grazie Federica, molto interessante!